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Da Talanico al Castello di Arienzo e ritorno


Percorso

Dalla Piazzetta di Talanico si imbocca la salita della strada Forestale e, dopo una serie di tornanti, si svolta a dx per uno stradello sterrato che si innesta sul percorso dell'Aquedotto del Serino, volgarmente detto Trafone. Dopo circa 200 mt., si arriva in Loc. Peschiera (mt. 300 slm), punto di approvvigionamento acqua. Ci si trova immersi nel verde di boschi formati prevalentemente da Ontani, Carpini e Frassini, oltre a coltivazioni di noccioleti da frutto. Lasciata la Loc. Peschiera, tornando indietro, si continua a salire per la strada Forestale fino alla Loc. S. Marzano (svolta a dx - mt. 400 slm).
A S. Marzano esisteva, non molto tempo fa, una sorgente d'acqua che risale fin dai tempi in cui i Romani vi transitavano per valicare il Vado di Carpine e raggiungere il nolano. Esisteva, insomma, una antica "posta" di rifornimento. Adesso la sorgente è essiccata, anche per la cattiva manutenzione e lo stato di abbandono. Proprio di fronte allo stradello della fontana di S. Marzano, vi è il sentiero che conduce al Castello di Arienzo (mt. 430 slm), ad incrocio con la strada Forestale. Il percorso che conduce al Castello è molto suggestivo, con un vasto panorama sulla Valle di Suessola. Sono presenti, per la maggior parte, uliveti. Sulla collina del Castello di Arienzo, invece, le specie prevalenti sono i pini da rimboschimento (Pino Nero e Pino d'Aleppo). Il crinale della collina fa da confine tra i comuni di S. Felice a Cancello ed Arienzo.
Dopo aver visitato il Castello, si discende per la pineta fino alle prime case di Talanico, dove è possibile visitare il caratteristico Museo della "Civiltà Contadina".



Cenni Storici

Dopo la distruzione di Suessola da parte dei Saraceni, tutti gli abitanti dovettero naturalmente fuggire e, non essendovi altro scampo che i monti, si ricoverarono su quelli di S. Angelo e Castello, che non solo erano i più vicini, ma avevano l'acqua, che agli altri monti mancava.
Tra i Suessolani fuggitivi c'erano anche i facoltosi padroni dei campi, i quali dapprima nella loro fuga confidavano forse di poter riavere le patrie mura della distrutta Suessola; ma quando trascorso molto tempo, videro che le rapine e le scorrerie si succedevano senza interruzione, con l'aiuto del loro Principe "Landulfo Suessolano", pensarono per la loro maggiore sicurezza di costruire un castello, per fortificarvisi. Il Castello di Arienzo divenne così la Città fortificata dei Suessolani, chiamata anche "Vecchio Arienzo". Era l'anno 880.
Nell'anno 1135 Ruggiero I, dovendo partire per la Sicilia, temendo che nella sua assenza i nemici si fossero impadroniti delle fortezze, ne fece diroccare tutte quelle che non poteva difendere e, tra queste, il Castello di Arienzo. Così, dopo circa 255 anni, finì questo castello, che dalle mura dimostra di non poter essere anteriore all'epoca dei Longobardi.
Oggi è ridotto allo stato di pochi ruderi, ma se ne può immaginare l'antica maestosità.
Sul monte Castello sorgeva anche un tempio intitolato a Diana.
Il Castello però non fu diroccato del tutto, ma di quanto bastasse ad impedire ai nemici di Ruggiero di servirsene come fortezza e, nello stesso tempo a permettere agli abitanti di potervi dimorare, finchè non avessero trovato un luogo più adatto per stabilirvisi. Nell'anno 1154 la nobiltà di Arienzo edificò la nuova "Terra Murata di Arienzo", alle falde dle Monte Castello, dove vi si trovava l'antica Terra Murata.


A CURA DEL RESPONSABILE SEZIONE NATURALISTICA: ANGELO DI ROSA