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Località Corte Maggiore


Cenni Storici

Esiste a Casazenca, alle falde del monte Castello, sul lato sinistro di chi guarda la parrocchiale dedicata a S. Leonardo, una stradina che, salendo, porta ai resti di un nobile palazzo detto Corte Maggiore. Questo era abbellito di pitture della scuola di Giotto, ed ora ne resta solamente la Cappella di ordine gotico, che erea al secondo piano, nel cui muro occidentale esisteva un affresco della SS. Vergine col Bambino in seno e S. Caterina di Alessandria. Questo affresco, staccato dalla parete alcuni anni fa, fu portato a Napoli dai funzionari della Soprintendenza; restaurato, si conserva tutt'ora al Museo di Capodimonte. Il resto della Cappella era anch'esso ornato di affreschi, ma siccome furono imbiancati, la calce guastò irrimediabilmente i colori. Il muro dell'altare conteneva arabeschi ed angeli. Al di sotto di questa cappella, vi era uno stanzone addetto a granaio, che forse dovette appartenere al primo piano del palazzo; esso nel suo ingresso ha due capitelli gotici di mediocre lavoro.
Ma che cosa era una "Corte" ? Era un insediamento sparso con l'esigenza di raggruppamento delle persone a fini difensivi oltre che produttivi. I nodi erano i castelli, cinti di mura invalicabili per gli stessi abitanti, e villaggi aperti ma protetti dalla legge contro incursioni e violenze, ma le cellule più tipiche erano le Corti e le case, cioè fattorie cinte di difese costituite da siepi e fossati dove risiedevano proprietari e lavoratori, con tutte le strutture e i servizi necessari all'attività agricola e pastorale. Al di fuori di questo non vi erano che capanne destinate ad uso temporaneo.
La Corte Maggiore fu caratterizzata dalla sua grande estensione. Gli abitanti di questa Corte erano difesi naturalmente dagli strapiombi del Monticello delle Cave sul quale, come in una grande Corte o Cortile, si estendevano le abitazioni. Gli abitanti erano difesi anche dai valloni sottostanti (la strada che scende da Talanico per il Ponte delle Cave, Casazenca, S.Felice, e quella che attraversa Caianiello-Piedarienzo, erano valloni). Esistevano parecchi punti di avvistamento, di controllo e di difesa: diversi "Castellotti" e, sul monte Argentario, un Castrum (il Castello di Arienzo). Si dice che, a collegare il semicerchio di case della Corte Maggiore con il Castello di Arienzo soprastante, oltre alle scorciatoie più o meno irte, abbondantemente presenti in tutta la zona, vi fosse pure un cunicolo con occhi ("e uccule"), per far luce, e per la indispensabile ossigenazione.



A CURA DEL RESPONSABILE SEZIONE NATURALISTICA: ANGELO DI ROSA